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Questo mese parliamo di…Ansia

È un momento storico particolarmente difficile per l’Italia e per il mondo intero, è ormai caso raro ascoltare una notizia positiva al telegiornale. Per molti la situazione lavorativa è precaria o iper-stressante, con conseguente aumento di preoccupazione, stanchezza e sconforto fisico, ma anche e soprattutto emotivo.

In situazioni estreme come questa la sfera emotiva di ognuno di noi può subire cambiamenti significativi: possono nascere emozioni negative o di paura, assolutamente legittime, ma che compromettono la nostra serenità e il nostro complessivo stato di salute.

Sono sempre più i soggetti che sviluppano e manifestano stati di ansia, agitazione con talvolta veri e propri attacchi di panico, difficoltà a prendere sonno e/o mancanza di un sonno ristoratore. Non parliamo di manifestazioni immaginarie, esclusivamente soggettive ed emotive, ma veri e propri disturbi che hanno anche una base organica: con questo articolo cercheremo di approfondire e sviscerare le diverse problematiche, cominciando dalla trattazione dell’ansia e cercando poi di consigliare alcuni rimedi per affrontarle al meglio, sempre nel rispetto di eventuali terapie farmacologiche prescritte dal proprio medico.

L’ansia: impariamo a conoscerla meglio: i sintomi e la carenza di serotonina…

La parola “ansia”, dal latino “angere”, ossia stringere, comunica molto bene la sensazione di disagio vissuta da chi soffre di uno dei disturbi legati al suo spettro, ovvero l’idea di costrizione, di imbarazzo e di incertezza sul futuro. L’ansia, infatti, è uno stato caratterizzato da sentimenti di paura e di preoccupazione non connessi, almeno apparentemente, ad alcuno stimolo specifico, diversamente dalla paura che presuppone un reale pericolo.

Uno stato d’ansia può indurre tachicardia, sudorazione, nodo alla gola, respirazione affannosa. Uno stato di costante allerta e preoccupazione che talvolta impedisce a chi ne soffre di trascorrere una giornata in maniera normale. Il corpo risponde con un rilascio importante di adrenalina e cortisolo, sostanze che a lungo andare prendono il sopravvento a carico dei recettori cardiaci, ma non solo, accentuando i sintomi e creando sempre più uno stato di infiammazione generalizzata.

Nello specifico, quello che si verifica nella maggior parte dei casi di affezione ansiosa riguarda una carenza di Serotonina, un neurotrasmettitore “eccitatorio buono” essenziale per il corretto funzionamento dei circuiti cerebrali, ma soprattutto per il buon umore.

Nei soggetti più sensibili vi è un aumento della degradazione della serotonina da parte dei meccanismi metabolici dei neuroni, con conseguente minore disponibilità del neurotrasmettitore nei circuiti cerebrali. Ne sentiamo spesso parlare come “ormone del buon umore”, soprattutto come ingrediente principale del cioccolato. La serotonina non è un ormone, ma un neurotrasmettitore a tutti gli effetti: ha origine dal Triptofano, un aminoacido essenziale ricco in alimenti come cacao, legumi, carne, latticini, ma la sua produzione avviene anche a livello intestinale per opera di alcuni batteri buoni, come vedremo successivamente.

Il triptofano è il punto di partenza per la formazione della serotonina, la quale a sua volta viene convertita in melatonina: questo concetto tornerà utile successivamente, quando parleremo delle alterazioni del ciclo sonno-veglia.

Un’alterata regolazione della trasmissione della serotonina incide su numerosi aspetti comportamentali e può risultare alla base di patologie neuropsichiatriche, come ad esempio la schizofrenia, l’ansia, lo stress, la depressione, i disordini alimentari, l’insonnia. Per questo motivo, molte sostanze che modulano il sistema serotoninergico sono la base di trattamenti farmacologici (e non) per queste malattie.

L’asse intestino-cervello: il punto di partenza imprescindibile per la gestione dell’ansia…

Abbiamo imparato molto bene che l’intestino gioca un ruolo cruciale per la salute e l’omeostasi di tutto l’organismo, non a caso lo definiamo il nostro “secondo cervello”.

Sembra una frase fatta, in realtà racchiude in sé il concetto fondamentale di un centro di controllo sempre in connessione con il sistema nervoso centrale. Ecco come: la mucosa intestinale ospita una moltitudine di specie batteriche, il Microbiota, che vivono in simbiosi con le cellule umane, ed è sede di una fitta rete di connessioni nervose, il Sistema Nervoso Enterico, che comunica con la barriera emato-encefalica e con l’Ipotalamo.

Alcune cellule intestinali producono serotonina, la quale viene immessa nella circolazione sanguigna e raggiunge così i recettori a livello dell’ipotalamo, dove regola moltissime funzioni.

I batteri buoni che compongono il microbiota intestinale (Lattobacilli e Bifidobatteri) producono delle sostanze preziose che raggiungono anch’esse i recettori cerebrali: ne è un esempio l’acido butirrico, un acido grasso a corta catena che nasce dalla capacità della flora batterica amica di fermentare le fibre buone introdotte con la dieta (inulina, FOS). Una volta formatosi, l’acido butirrico svolge due principali azioni: funge da nutrimento essenziale per il microbiota intestinale e garantisce una corretta coesione tra le cellule della mucosa; poi, una volta immesso in circolo, raggiunge la barriera emato-encefalica dove riduce l’infiammazione, aumenta la neuro plasticità, consolida i meccanismi neuronali coinvolti nella memoria, favorisce la fisiologica formazione del Gaba (acido gamma-amino-butirrico), il neurotrasmettitore inibitorio fondamentale per la regolazione dell’ipereccitabilità “adrenalinica” causata dall’ansia, ad esempio.

È chiaro quindi come un intestino sano e colonizzato con i corretti batteri buoni sia un punto imprescindibile per la gestione di numerose affezioni, tra cui sicuramente la sindrome ansiosa e i disturbi ad essa associati. Spesso però alimentazione non sempre sana e priva di fibre, stress, utilizzo di farmaci e terapie antibiotiche compromettono in maniera significativa la qualità e la quantità delle specie batteriche, favorendo la comparsa di ceppi patogeni e fermentativi, con la conseguente comparsa di Disbiosi, infiammazione e peggioramento degli stati ansiosi.

Ecco allora come risulta fondamentale ricreare una corretta colonizzazione di tutti i segmenti intestinali con i giusti probiotici: nello specifico il Bifidobattere Longum e il Lattobacillo Rhamnosus HN001 hanno un importante effetto anti-ansia in quanto aumentano la produzione di serotonina, riducono la produzione di cortisolo e migliorano la qualità del sonno. Parliamo così di veri e propri Psicobiotici, ossia batteri buoni che hanno effetti benefici a livello del sistema nervoso centrale.

La Fitoterapia e la gestione dell’ansia: Rodiola, Griffonia, Valeriana, Passiflora e Biancospino…

La fitoterapia, ovvero la medicina “delle piante”, è da sempre riconosciuta come una preziosa alleata per contrastare moltissime problematiche patologiche, tra cui l’ansia. Gli estratti vegetali delle piante costituiscono una risposta alternativa per fornire all’organismo le sostanze necessarie per mantenere il suo equilibrio.

Approfondiamo insieme le caratteristiche e l’attività terapeutica di alcuni estratti fitoterapici utili nella gestione dell’affezione ansiosa.

La Rodiola è una pianta che permette all’organismo di adattarsi più facilmente a situazioni emozionali stressanti. Precedentemente abbiamo sottolineato quanto sia fondamentale il pattern metabolico della serotonina per l’equilibrio sia fisico sia mentale e di come una carenza della biodisponibilità di questo neurotrasmettitore possa far instaurare e, successivamente, peggiorare stati di ansia. Ecco allora che i componenti attivi della Rodiola ci vengono in aiuto: il meccanismo d’azione (in particolare della rosavina, che ha maggiore attività biologica) coinvolge direttamente

la serotonina, le cui funzioni sembrano essere legate al controllo dell’appetito, sonno, comportamento, umore, funzionalità cardiovascolare, memoria e capacità d’adattamento. L’effetto terapeutico sembra determinarsi attraverso l’inibizione di un enzima deputato all’inattivazione della serotonina e la stimolazione del trasporto del triptofano attraverso la barriera

emato-encefalica. Il risultato finale porta ad un aumento dei livelli di serotonina nel sangue.

La Rodiola può quindi aiutare a ritrovare la calma e ad eliminare le tensioni interiori: è la pianta da utilizzare nei momenti angoscianti e stressanti.

La Griffonia è una pianta appartenente alla famiglia delle leguminose. I suoi semi sono ricchi di triptofano, aminoacido essenziale, precursore della Serotonina, utile per ricreare in maniera fisiologica un circuito serotoninergico compromesso nei soggetti ansiosi.

Già Ippocrate raccomandava l’utilizzo di Valeriana per trattare l’insonnia, successivamente i Romani la impiegarono per lottare contro le palpitazioni cardiache. È forse una delle piante più conosciute ed utilizzate in fitoterapia e i suoi componenti attivi aiutano a contrastare i sintomi più evidenti dell’ansia, ovvero agitazione, tachicardia, nervosismo, insonnia.

Il componente attivo più impattante della Valeriana è l’acido valerenico, il quale supera la barriera emato-encefalica, si lega ai recettori presenti sul canale del Gaba, proprio dove agiscono farmaci come le benzodiazepine, e inibisce la degradazione stessa del Gaba, neurotrasmettitore inibitorio che aiuta a contrastare l’ipereccitabilità del sistema nervoso centrale tipica dell’ansia.

La Valeriana ha quindi un’azione ansiolitica, anti tremorigena e anti panico, oltre ad avere importanti effetti sull’insonnia provocata da stress e ansia senza indurre assuefazione e risvegli difficoltosi.

Anche la Passiflora, come la Valeriana, può essere di grande aiuto per ridurre gli spasmi nervosi, il nervosismo e l’ansia con un meccanismo simile a quello della Valeriana.

Il Biancospino viene definito “l’amico del cuore” proprio per la sua attività a carico del muscolo cardiaco: i due principali flavonoidi del biancospino agiscono come regolatori del ritmo cardiaco diminuendo le palpitazioni e la percezione esagerata dei battiti cardiaci nei soggetti ansiosi e nervosi. Questo grazie al suo meccanismo di azione calcio-antagonista, riduce ossia l’eccessiva contrattilità cardiaca riducendo l’ingresso del calcio (ione stimolante e eccitatorio) all’interno della cellula miocardica. Ecco perché è spesso utilizzato anche in caso di aritmie, angina e ipertensione.

Nel complesso, il Biancospino agisce anche come sedativo del sistema nervoso centrale, soprattutto negli stati di nervosismo, ansia e disturbi del sonno.

Olii Essenziali e Gemmo-derivati nella cura dell’ansia: la fitoterapia sotto altre forme…

Oltre ai classici rimedi fitoterapici ampiamente conosciuti da millenni, è da non sottovalutare l’importante contributo che gli olii essenziali e i macerati gemmo-derivati possono dare al trattamento dei disturbi d’ansia.

L’olio essenziale di Lavanda è sicuramente il più conosciuto: ottimo come cicatrizzante cutaneo in casi di bruciature, eczemi, ulcere e piaghe, viene largamente sfruttato per le sue proprietà anti stress, ansia, agitazione, depressione e insonnia. È molto efficace nel calmare le emozioni molto forti e “violente”.

L’olio essenziale di Arancio dolce ha anch’esso un importante effetto anti ansia, nervosismo e agitazione.

Per quanto riguarda i gemmo-derivati, un’ottima associazione vede insieme il Fico, conosciuto per le sue proprietà rilassanti, l’olio essenziale di lavanda, l’olio essenziale di angelica che combatte l’instabilità psicologica, e il neroli utile in caso di traumi psicologici.

Un aiuto dalla floriterapia del Dott. Bach…

Molto spesso le emozioni negative e l’ansia convergono in veri e propri momenti di iper-agitazione: gli attacchi di panico. La sensazione di avere il cuore in gola, il respiro sembra mancare, i battiti cardiaci sono alle stelle. Tutto questo può comparire all’improvviso durante la giornata, senza nessun preavviso, e lascia un seguito fisico ed emozionale non indifferente per la persona. Spesso infatti gli attacchi di panico si manifestano durante l’orario lavorativo o addirittura mentre il soggetto è alla guida della propria auto, compromettendo in maniera grave la qualità della vita sia lavorativa che personale.

Nelle fasi iniziali di questa condizione, ma anche in co-terapia con rimedi farmacologici prescritti dal medico, un valido aiuto ci arriva dal Dott. Bach e dai suoi fiori. Ecco alcuni dei suoi rimedi floreali sapientemente studiati per contrastare l’ansia e il panico sia nelle sue forme acute che croniche.

Rock Rose è il fiore del terrore, della paura raggelante, delle situazioni di panico. È il fiore che identifica uno stato di paralisi fisica inseguito ad un evento scatenante, una paura che la mente somatizza attraverso un dolore prevalentemente fisico (angoscia).

Cherry Plum è il fiore che rappresenta la paura di perdere il controllo, la ragione.

Mimulus è il fiore che rappresenta la paura delle cose materiali come malattie, sofferenza, incidenti, povertà, solitudine, buio.

Olive è il fiore che rappresenta la stanchezza fisica e mentale, la mancanza di risorse e di energia.

Elm è il fiore che rappresenta la sensazione di sovraccarico di responsabilità verso gli altri, con una temporanea depressione e avvilimento.

Riassumendo…

Abbiamo imparato a conoscere l’ansia nelle sue varie sfumature e come sia importante lavorare a fondo su tutte le cause che possono scatenarla.

Punto di partenza fondamentale è il benessere del nostro intestino, il vero secondo cervello.

Fitoterapia, floriterapia, olii essenziali e gemmo derivati possono rappresentare un valido aiuto per adulti e bambini, sempre nel rispetto di eventuali cure farmacologiche più importanti prescritte dal medico.